CONSERVARE LE RICEVUTE DI PAGAMENTO





CONSERVARE LE RICEVUTE DI PAGAMENTO BOLLETTE








Non perdere le ricevute di pagamento
Infine, è consigliabile conservare tutti i documenti relativi ai pagamenti effettuati per le forniture di gas, energia elettrica, telefono e abbonamenti vari, per evitare eventuali contestazioni sui pagamenti, dato che è un problema che si presenta spesso soprattutto nel caso di forniture elettriche e e di bollette relative ad imposte e tasse.  Questo è sottolineato anche dall'articolo 2934 del Codice Civile, che stabilisce un periodo di prescrizione per ogni tipologia di documento, in caso di mancato esercizio del diritto. Se il periodo di prescrizione specifico non viene indicato dalla legge, questo dev'essere di almeno 10 giorni. riattivazione sono a carico del cliente.
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COME SCRIVERE UNA RACCOMANDATA







COME SCRIVERE UNA RACCOMANDATA






Qui di seguito saranno riportate alcune delucidazioni su come inviare una raccomandata entro un termine perentorio evitando spiacevoli imprevisti. Molto spesso, per negligenza o per i frenetici ritmi quotidiani, ci si dimentica di chiedere all’ufficio postale la ricevuta di ritorno, ma questa è molto importante, in quanto ci garantisce che la raccomandata sia arrivata a destinazione e non sia stata smarrita.
Ecco i consigli:
1.      inserire sempre gli indirizzi del mittente e del destinatario, essenziali affinchè arrivi la raccomandata a destinazione. Quello del mittente va inserito in alto a sinistra sulla busta in cui si inserisce il contenuto della raccomandata, e il destinatario nella parte centrale della raccomandata. È consigliabile scrivere su tre piani differenti il nome e il cognome, l'indirizzo civico e il comune di residenza (o di domicilio) assieme alla provincia e al CAP.

2.      È indispensabile compilare sia il “fogliettino” che il “cartoncino” forniti dall’ufficio postale, inserendo gli indirizzi del mittente e del destinatario e l’oggetto della raccomandata. È necessario fare attenzione al tipo di destinatario a cui viene inviata la raccomandata, in quanto se il destinatario è un ufficio o un Ente pubblico, un’azienda, un’impresa è importante riportare la dicitura corretta precedentemente segnalata.

3.      È consigliabile scrivere a caratteri stretti sul “fogliettino”, per lo spazio ridotto, e a caratteri più grandi sul “cartoncino”. Inoltre, è indispensabile ricordare di specificare all’operatore postale dell’intenzione di voler effettuare una raccomandata con ricevuta di ritorno, altrimenti non ti verrà dato il cartoncino che ti garantisce la sicurezza dell’arrivo a destinazione della raccomandata.

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CAPPOTTO TERMICO INTERNO O ESTERNO






CAPPOTTO TERMICO INTERNO O ESTERNO





Cappotto termico interno o esterno?
Innanzitutto, bisogna decidere se optare per il cappotto termico esterno o interno. In teoria, il sistema più efficiente è quello esterno che, grazie alle sue caratteristiche intrinseche, riveste l'abitazione in ogni sua parte, ma in pratica non sempre è possibile. Ad esempio, in un contesto condominiale è sempre difficile mettere d'accordo tutti i condomini su una spesa cosi consistente, quindi è preferibile considerare il cappotto termico interno, che è meno efficiente ma più economico.

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SIGNIFICATO DI DOMICILIO E DI RESIDENZA







DOMICILIO  E  RESIDENZA






Il domicilio, situato nel luogo ove la persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi, secondo l'insegnamento classico consta di due elementi: quello oggettivo, in riferimento ai rapporti economici, morali, sociali e familiari; quello soggettivo, derivante dall'intenzione del soggetto stesso di fissare in un determinato luogo il centro dei propri affari o interessi. In alcuni casi il domicilio è conseguenza della legge, come ad esempio nel caso del minore, generalmente domiciliato presso i genitori esercenti la potestà.
La residenza coincide con la dimora abituale del soggetto in un dato luogo ed anch'essa consta dei suddetti elementi oggettivo e soggettivo. Può quindi essere diversa dal domicilio, poichè sovente capita (es. lavoratori autonomi/professionisti) che come domicilio venga scelto lo studio professionale, mantenendo la residenza presso la casa familiare. La dimora, invece, coincide con il luogo in cui la persona abita o permane, in un dato momento ed in modo non abituale. Ha scarso rilievo giuridico, ed emerge solo allorquando non sia nota la residenza.


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Caserta, Recale, Capodrise, Marcianise, San Nicola la Strada, 
Portico di Caserta, Macerata Campania, Casagiove, Casapulla.

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LA TESSERA SANITARIA






LA TESSERA SANITARIA








La Tessera Sanitaria è una carta ad personam che ha recentemente sostituito il vecchio tesserino del codice fiscale per tutti i cittadini italiani e per tutte le persone che hanno diritto ad usufruire delle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale. Si tratta di una carta plastificata simile per dimensioni ad una card bancomat e presenta sui lati i dati anagrafici, il codice fiscale, la banda magnetica dell'assistito e la data di scadenza del documento.  
E' un documento fondamentale perché dev’essere utilizzato ogni volta che il cittadino si reca dal medico, deve acquistare in farmacia un medicinale, deve prenotare esami in un laboratorio di analisi, effettuare una visita specialistica in ospedale e/o alla ASL, quando ha la necessità di effettuare cure specialistiche e, comunque, ogni qual volta che deve dichiarare e certificare il proprio codice fiscale personale. Per i cittadini maggiorenni, quest'ultima ha la valenza della Carta nazionale dei servizi, e, per le persone aventi diritto, sul retro della stessa è presente la certificazione di "Carta Europea di Assicurazione Malattia".
La tessera è entrata in vigore il 1° gennaio 2004 e ad oggi dovrebbe essere stata recapitata a tutti i cittadini italiani aventi diritto ed è valida per una durata massima di 6 anni dalla data di emissione.
Una volta scaduta, viene automaticamente prodotta e rispedita tramite posta ad ogni persona. Nel caso in cui ciò non accade, è necessario recarsi presso l’ASL più vicina e richiedere un certificato sostitutivo provvisorio, in attesa che l' Agenzia delle Entrate riprovveda alla realizzazione e spedizione di una nuova tessera originale.
In caso di smarrimento, basterà presentarsi ad un qualsiasi ufficio dell'Agenzia delle Entrate, o all' ASL più vicina o contattare il servizio automatico informativo al numero telefonico 848.800.444. E' possibile inoltre richiedere un duplicato della stessa nella sezione dedicata presente nel sito dell'Agenzia delle Entrate, inserendo i dati richiesti.


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ACQUISTO DI UNA RTA




ACQUISTO  DI  UNA  RTA






ACQUISTO  DI  UN’UNITÀ  IMMOBILIARE  CLASSIFICATA  COME  RTA, RESIDENZA TURISTICA    ALBERGHIERA

In vista dell’estate, molte persone decidono di acquistare una casa in luoghi di villeggiatura. Per soddisfare tale desiderio, è necessario accertarsi che l’unità ambita non faccia parte di una Residenza Turistica Alberghiera (RTA), ossia aziende alberghiere che offrono alloggio in appartamenti costituiti da uno o più locali dotati di servizio autonomo di cucina.È capitato che molti imprenditori disonesti, dopo aver chiesto ed ottenuto permessi per costruire RTA, procedono alla modifica catastale della destinazione urbanistica, disancorando le unità immobiliari dalla struttura alberghiera. Queste, poi, vengono vendute ed adibite a prima o seconda casa.Quando viene acquistata un’unità immobiliare facente parte di una RTA, il compratore non potrebbe abitare la casa ma dovrebbe locarla a turisti oppure affidarla ad una struttura organizzata senza modificare la natura turistico-alberghiera, favorendo in questo modo il turismo e l’indotto che comporta. Questo però non è sempre chiaro al compratore, che in buona fede vi abita o vi villeggia scoprendo l’uso improprio dell’abuso edilizio, a cui segue il sequestro dell’unità immobiliare. È ciò che è capitato a molti stranieri, che nel 2008 hanno comprato casa in una RTA di Peschiera del Garda e in altre parti d’Italia.Le RTA "sono esercizi ricettivi a gestione unitaria che forniscono alloggio e servizi accessori (pulizia, cambio biancheria, manutenzione) in unità abitative arredate costituite da uno o più locali, dotate di servizio autonomi di cucina". Come tale, non possono essere considerate come una sommatoria di un’unità abitative con destinazione ad uso autonomo, come una normale situazione condominiale: l’immobile ubicato nella RTA è parte di un unico organismo edilizio ed è indivisibile.
I Comuni rilasciano permessi per la costruzione di RTA con lo scopo di risollevare economicamente le sorti della zona in cui sono ubicati. Le strutture devono essere portatrici di un mercato dinamico, invece, se le unità immobiliari vengono abusivamente utilizzate come residenze stabili viene rallentata l’economia generale, perché un soggetto stanziale consuma beni e servizi in quantità inferiore rispetto al turista.Un altro importante aspetto da valutare è la questione fiscale. L’attestazione di voler destinare l’unità immobiliare a prima o seconda casa comporta la fruizione dell’IVA al 4% o al 10%. A parere di alcuni uffici fiscali gli atti in questione sottintendono una “compravendita frazionata di struttura ricettiva” e quindi, in quanto tali, scontano l’IVA al 20%; per cui acquirente potrebbe patire le conseguenze relative alla differenza dell’IVA evasa.    È consigliabile quindi, prima di comprare un’unità immobiliare in un complesso organizzato, recarsi all’Ufficio Tecnico del Comune dove si trova l’RTA e chiedere spiegazioni a riguardo.


BOLLETTE SCADUTE

PAGAMENTO DELLE BOLLETTE: COSA SUCCEDE DOPO LA SCADENZA?
 
Chiaramente, le bollette devono essere pagate entro i termini stabiliti e dev'essere versato anche l'intero importo, altrimenti esse saranno considerate insolute a tutti gli effetti.
Ovviamente, il mancato pagamento della bolletta comporta il pagamento della mora, ma vediamo ora come ovviare a tale problematica in caso di dimenticanza.
Il modo più semplice, per evitare dimenticanze nel pagamento delle bollette, è quello di rendere automatizzato il procedimento, accreditando il pagamento direttamente via RID bancario, se ovviamente si possiede un conto bancario.

Scadenze e pagamento con RID
Con questo procedimento è la banca a che provvede a saldare le spese, ma è necessario fare attenzione a verificare il riepilogo dei movimenti sul conto corrente e verificare che il pagamento sia avvenuto correttamente. Il problema del RID è collegato alle disdette dei servizi a cui si era abbonati, in quanto può accadere che, se non viene comunicato alla banca l'eliminazione della voce inserita, si possono avere accrediti per il pagamento di servizi di cui non si è usufruito.

Per evitare contestazioni, è opportuno comunicare l'eliminazione della voce inserita subito dopo la disdetta, rivolgendosi direttamente allo sportello o presso il proprio consulente bancario, ed inoltre non può essere fatto autonomamente come nel caso dell'aggiunta di un'utenza. www.studiocasare.it 

DOVE POSIZIONARE LA CALDAIA

LA POSIZIONE DELLA CALDAIA

Come specificato dal Codice Civile, le cisterne, le condutture e i tubi del gas metano devono essere installati a non meno di due metri dal confine con la proprietà del vicino di casa, a causa dei rischi connessi a tali sistemi. Tale norma, però, non viene applicata alla caldaia, in quanto non è assunto che tale apparecchio abbia una propria pericolosità; quindi, come precisato anche da una recente sentenza della Cassazione, la caldaia può essere installata anche a meno di due metri dalla proprietà del vicino.
Secondo l'esperienza comune, dalla caldaia si diramano, all'interno dell'abitazione, le tubazioni del gas, che, come detto prima, per legge devono trovarsi a non meno di due metri dal confine. Non si può, quindi, lamentare una generica situazione di pericolo per la presenza della sola caldaia, in quanto la condizione di pericolosità vale per le condutture in cui corre “un flusso costante di sostanza liquida o gassosa”.
In conclusione, per chiedere la rimozione di una caldaia, denunciandone la pericolosità in quanto posizionata a meno di due metri dal confine, è necessario provare che anche le tubature del gas, collegate ad essa, siano posizionate a tale distanza.

CANE CHE ABBAIA DISTURBA CONDOMINIO

IL DANNO DA LATRATO

La I Sezione Penale della Corte di Cassazione ha stabilito, con la sentenza n° 715 del 2 dicembre 2010-14 gennaio 2011, che per il cane che abbaia anche di notte, arrecando disturbo al vicinato, ne risponde penalmente il padrone dello stesso.
La Suprema Corte di Cassazione, inoltre, precisa che chiunque arrechi disturbo, suscitando o non impedendo strepiti animali, risponderà del reato previsto e punito secondo l'ex art. 659 c.p. “Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone”. Tale sentenza si riferisce ai casi in cui i cani sembrano essere troppo vivaci e il loro abbaiare supera la soglia di tollerabilità. Secondo la Suprema Corte, in questo caso, il disturbo è continuo e non solo in un contesto cittadino ma anche se il cane è tenuto in aperta campagna.
In particolare, il “danno da latrato” era stato già introdotto mediante la sentenza n° 29375/2009 dalla I Sezione Penale della Corte, in cui una cinofila veniva multata con un'ammenda di 200 euro per disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone, accompagnata da risarcimento del danno ai vicini che per lungo tempo erano stati disturbati dal continuo abbaiare dei cani. Nelle motivazioni veniva precisato che l'ululato dei cani non solo disturbava due famiglie che vivevano nella zona ma si sentiva fino a 100 m di distanza, nonostante il proprietario degli animali, sostenendo il proprio amore per gli stessi che accudiva gratuitamente, sostenesse che i cani essendo accuditi in aperta campagna, non disturbavano il vicinato, il cui lamento non poteva essere considerato. Ma la Suprema Corte, nella sentenza, aveva precisato che l'amore per gli animali “non discrimina la condotta” ed, inoltre, la locazione dei cani in campagna era una giustificazione irrilevante, in quanto anche le persone che abitano in campagna hanno diritto al rispetto del riposo e quindi se si desidera avere dei cani nei pressi di altre abitazioni, siano esse in campagna o in città, è necessario evitare il disturbo dei vicini.    
Per quanto riguarda il criterio di “normale tollerabilità”, secondo la Corte, “va riferito alla media sensibilità delle persone che vivono nell'ambiente dove vengono percepiti i rumori fastidiosi, mentre risulta irrilevante l'eventuale assuefazione di altre persone che abbiano giudicato non molesti i rumori”.
L'illecito sta quindi nel disturbo della quiete pubblica ed è caratterizzato da una componente psicologica che consiste nella natura volontaria della condotta posta in essere, che può essere ricavata dalle circostanze oggettive dei fatti: non è necessaria l'intenzione di disturbare la quiete pubblica o l'attività di altre persone (Cass. Sez. I, 26/10/1995 n° 11868), “ma l'elemento essenziale della fattispecie di reato in esame è l'idoneità del fatto ad arrecare disturbo ad un numero indeterminato di persone e non già l'effettivo disturbo alle stesse”(Cass. Sez.I, 13/12/2007, n° 246).
Nella suddetta sentenza, la Corte Suprema ha specificato che la funzione di indagine di legittimità sulle motivazioni non è quella di valutare l'attendibilità delle prove, ma quella di verificare che gli elementi indiscutibili, che caratterizzano la decisione, siano stati presi secondo logica in modo da giustificare le disposizioni finali. Quindi, “ad una logica valutazione operata dal giudice di merito, non può quello di legittimità opporne un'altra, ancorchè altrettanto logica”(Cass. 5/12/02; Cass. 06/05/03).

Alla fine, per quanto riguarda i requisiti di reato, la I Sezione Penale ha concluso: “la sussistenza dell'elemento psicologico della contravvenzione di cui all'art.659 c.p., attesa la natura del reato, è sufficiente la volontarietà della condotta desunta dalle obbiettive circostanze di fatto, non occorrendo, altresì, l'intenzione dell'agente di arrecare disturbo alla quiete pubblica (Cass. Sez.I, 26/10/1995, n°11868) mentre elemento essenziale della fattispecie di reato in esame è l'idoneità del fatto ad arrecare disturbo ad un numero indeterminato di persone e non già l'effettivo disturbo alle stesse (Cass. Sez.I  13/12/2007 n° 246) di guisa che rispondono del reato di cui all'art. 659 comma 1 c.p. gli imputati per non aver impedito, nonostante le reiterate proteste delle pp.ll., il molesto abbaiare, anche in ore notturne, dei due cani di loro proprietà, custoditi nel cortile della loro abitazione (per una fattispecie simile: Cass. Sez. I, 19/04/2001)”.www.studiocasa.re

IL PAGAMENTO DELL'ASCENSORE

IL PAGAMENTO DELL'ASCENSORE

L' articolo 1576 c.c. recita, come principio generale, “il locatore, ossia il proprietario, deve eseguire, durante la locazione, tutte le riparazioni necessarie, eccettuate quelle di piccola manutenzione che sono a carico del conduttore, ossia dell'inquilino”.  Quindi, tutte le riparazioni di conservazione e di ordinaria manutenzione sono a spese del conduttore, mentre le spese straordinarie sono a carico del locatore.
Più dettagliatamente, secondo la L. 392/78 (Disciplina delle locazioni di immobili urbani) “sono tutte a carico del conduttore, salvo patto contrario, le spese relative al servizio di pulizia, al funzionamento e all' ordinaria manutenzione dell'ascensore, alla fornitura dell'acqua, dell'energia elettrica, del riscaldamento e del condizionamento dell'aria, allo spurgo dei pozzi neri e delle latrine, nonché alla fornitura di altri servizi comuni. Le spese per il servizio di portineria sono a carico del conduttore nella misura del 90%, salvo che le parti abbiano convenuto una misura inferiore”.
Nello specifico, le spese relative alla manutenzione e piccole riparazioni dell'ascensore, al consumo di energia elettrica ed illuminazione, e a ispezioni e collaudi spettano al CONDUTTORE, mentre le spese di installazione e manutenzione straordinaria degli impianti e riguardanti l'adeguamento alle nuove disposizioni di legge sono a carico del LOCATORE.

GUADAGNI ANTENNE TELEFONICHE

I GUADAGNI DEL CONDOMINIO DATI DALL'INSTALLAZIONE DELLE ANTENNE TELEFONICHE SUL TETTO DELL'EDIFICIO CHE NUOCCIONO PERÓ ALLA SALUTE

L'altezza degli edifici e tetti con poca pendenza attirano l'attenzione dei gestori telefonici, in quanto tali caratteristiche agevolano l'installazione e la manutenzione delle antenne telefoniche. Tali gestori, quindi, contattano i proprietari di questi edifici al fine di ricevere il consenso per l'installazione dell'antenna sul tetto in cambio di un compenso remunerativo annuale, stipulando un vero e proprio contratto di tipo affittuale, in cui è incluso anche il rimborso del consumo della corrente elettrica. Fino a qualche anno fa il compenso si aggirava intorno ai 25.000 euro annuali, mentre oggi è di circa 10/12.000 euro annui, che in ambito condominiale servono a coprire le spese amministrative.
Se la stipula del contratto riguarda un edificio con un solo proprietario, i problemi da affrontare sono solo di tipo amministrativo, in quanto l'installazione dell'antenna deve essere autorizzata dal Comune oppure dalla Provincia o dalla Regione, in base alla competenza territoriale, previo accertamento da parte dell'ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambientale) del rispetto dei limiti consentiti di emissioni elettromagnetiche dell'impianto.
Se la stipula del contratto riguarda, invece, un edificio condominiale, è necessaria innanzitutto una votazione in assemblea, in cui le maggiori perplessità da affrontare sono sia di tipo estetico, in quanto l'installazione delle antenne comporterebbe un'alterazione della bellezza dell'edificio, sia la salvaguardia della salute, considerando i danni che potrebbe provocare un'esposizione prolungata a radiazioni elettromagnetiche.
Il problema dei danni alla salute dovuti all'esposizione prolungata alle radiazioni non riguarda solo l'edificio su cui l'antenna è stata installata ma anche gli edifici circostanti, per la loro vicinanza alla fonte di radiazioni. La propagazione ad “imbuto” delle radiazioni induce gli edifici circostanti ad un'esposizione maggiore rispetto all'edificio che ospita l'antenna stessa. In base a quanto detto, gli abitanti degli edifici circostanti possono, però, opporsi all'installazione dell'antenna solo nel caso in cui l'autorizzazione rilasciata dal comune sia irregolare o l'impianto superi i limiti di emissioni consentite.
Maggioranze necessarie in assemblea condominiale

la maggioranza necessaria per l'approvazione dell'installazione dell'antenna telefonica è molto difficile da raggiungere in sede condominiale. Essendo un'innovazione, è necessario il consenso della maggioranza dei condomini intervenuti all'assemblea, che devono rappresentare i 2/3 degli abitanti dell'edificio. Inoltre, è da considerare che in passato sia la Cassazione che altri tribunali di merito si sono pronunciati in tal senso decretando la necessità di un consenso unanime.